
Perché nella metro di Napoli non prende (ancora) il cellulare?
I perché di Napoli – spiegati (spero) in modo semplice
Ve lo sarete chiesti almeno una volta: “Ma com’è che nella Linea 1 della metro di Napoli – collinare, moderna, nuova o chiamatela come vi pare – non c’è campo?!”
Niente WhatsApp, niente reel, niente scroll compulsivo. Zero. E allora parte il confronto inevitabile: “A Roma e Milano c’è segnale ovunque… e noi ancora a navigare a vista?”
Spoiler: non è colpa del Comune, né dell’ANM, né di incapacità, né di misteriose barriere tecnologiche. È (molto banalmente) una questione di soldi e mercato.
Negli anni ’90 le compagnie telefoniche guadagnavano su ogni minuto di chiamata. Ricordate lo scatto alla risposta, le fasce orarie, il costo al minuto? Ecco.
A Roma e Milano, città con linee metropolitane storiche, capillari e frequentatissime, aveva perfettamente senso per le compagnie telefoniche investire milioni per portare il segnale anche nelle gallerie. E quei soldi, tra l’altro, facevano bene anche ai Comuni: si parla di milioni di euro all’anno che entravano nelle casse pubbliche.
E Napoli?
La Linea 1, fino a qualche anno fa, era poco frequentata, con poche stazioni e pochi utenti. Per le compagnie telefoniche, che devono pagare di tasca propria tutta l’infrastruttura necessaria, era un investimento a rischio zero ritorno.
E oggi?
È cambiato tutto. Con l’apertura di Garibaldi, Università, Toledo, Municipio, il flusso di passeggeri è esploso. Ma… nel frattempo il mercato è cambiato.
Ora paghiamo 5-10 € al mese con minuti illimitati, giga a volontà, nessuno scatto. Le compagnie non guadagnano più sull’uso, ma solo sull’abbonamento fisso.
Quindi? Portare il segnale in metro non è più una gallina dalle uova d’oro, ma solo una questione di immagine.
Avremo mai copertura?
Sì. I lavori sono partiti, ma ci vorrà ancora tempo. E scordiamoci i fasti di Roma e Milano degli anni ‘90: oggi è più un biglietto da visita tecnologico che un affare.
Nota personale
Io, quei dieci minuti di buio digitale tra una fermata e l’altra, li vivevo come un piccolo lusso. Un momento in cui stavamo da soli con noi stessi, senza notifiche, senza schermi. Una boccata d’aria mentale.
Godiamocela finché dura…
A’ finale …
Qualcuno potrebbe pensare che sia obbligatorio garantire il segnale cellulare in metro. In realtà no. Le metropolitane hanno sistemi di comunicazione interni via cavo, sicuri e criptati. Quelli servono davvero. Il resto – il segnale per i nostri telefoni – è desiderabile, ma non obb#napolitech
Tra carte, caffè e riunioni: ecco una delle cose che ho imparato nei miei 11 anni al Comune di Napoli!