La storia di Capabianca e il mercato di via Soprammuro

Mercato via-Soprammonte, Napoli

Va vissuto almeno una volta quel mercato unico che per tutti noi è chiamato “Ngopp e mur”, nome che deriva dalle tante strade che qui a Napoli prendono il nome di Vicolo, vico e Via Soprammuro.

Proprio percorrendo una di queste strade, in cui un tempo vi erano le antiche mura che fortificavano la città di Napoli in parte ancora oggi ben evidenti, sono nate le tante “soprammuro”, antiche mura che univano porta Nolana con porta Capuana, con port’Alba e così via.

Per tutti noi però, via Soprammuro è soprattutto quella affollata stradina a qualunque ora del giorno, che parte da una delle tante traverse di Corso Umberto I e costeggia una delle antiche porte caratteristiche della nostra città, appunto Porta Nolana.

Proprio qui ancora oggi e da tempo immemore, vi si svolge ogni giorno uno dei mercati più colorati, rumorosi e stracolmi della città. Un vero punto di riferimento per chi vuole acquistare del buon pesce, tra i migliori che Napoli possa trovare.

Proprio qui alcuni anni fa, proprio nel punto esatto in cui via Soprammuro si restringe, vi è uno dei mercati ittici più caratteristici della città, ognuno illuminato a suo modo, ognuno con la sua mercanzia così ben posizionata da far invidia a qualunque fioraio.

Proprio qui alcuni anni fa notai un anziano signore, intento nell’acquistare e contrattare alcuni prodotti ittici di elevata qualità, ne indicava con estrema cura ogni singolo elemento, fornendone descrizione e stato di conservazione.

Lo chiamavano Capabianca, non certo perché quello fosse il suo vero cognome, ma perché da sempre ha avuto la tipica capigliatura brizzolata da giovane e perfettamente bianca oggi alla sua età.

Non ho mai conosciuto il suo vero cognome, ma non era li per caso, era un abitudinario, già perché ogni settimana si recava lì in uno dei tanti negozi ittici per acquistare il meglio del giorno, il prodotto più fresco.

Ricordo il modo in cui veniva accolta dai commercianti della zona, con rispetto e maestria iniziava tra i due un complesso dialogo, mercanteggiando sul peso e sul prezzo. Mi incuriosì le quantità che trattava, non certo quelle per una famiglia, ma casette intere di spigole, orate e quando poteva del buonissimo pesce spada.

Proprio una di queste volte, quell’anziano signore appena andato via con pesanti cassette, aiutato da uno dei tanti garzoni del mercato, domandai chi fosse.

Fu don Pietro, il più anziano dei marcatali li presenti, che aveva appena finito di contrattare proprio con Capabianca da alcuni minuti, si rivolse con quella sua voce bassa, con quel tipico movimento di chi ha vissuto una vita nel tirare su famiglia tra il freddo dei pescherecci e la luce appena accennata delle albe più pescose.

Mi raccontò che Capabianca un tempo era chirurgo oggi in pensione da diversi anni. Aveva esercitato nel vicino ospedale Ascalesi, era esperto nel salvare la vita ai “creaturi”, così don Pietro si riferiva a quell’anziano signore, intuì che doveva essere stato un chirurgo pediatrico.

Poi continua don Pietro sedendosi su una delle tante cassette in legno utilizzate come sgabello, erano i primi anni ‘70, Capabianca era stato appena assunto proprio all’ospedale Ascalasi come chirurgo pediatrico, ma si accorse che la maggior parte dei bambini in cura presso di lui, soffrivano di malnutrizione, spesso sottopeso, spesso ancora con gravi carenze alimentari.

Fu così che per anni Capabianca ogni settimana si recava li in quel mercato acquistando il meglio che il mercato potesse dargli. In così tanti anni si era creato una forte solidarietà ed è così che ogni negoziante vendeva sottocosto ciò che poteva, per anni e ancora oggi lì in quel mercato, ogni cosa venduta a Capabianca era ritenuta sacra, una gara di solidarietà che in quel mercato continua ancora oggi da oltre 50 anni.

Fu proprio il padre di don Pietro che iniziò con Capabianca questa tradizione che ancora oggi da padre in figlio si tramanda.

E’ così anche se anziano e quasi novantenne, ancora oggi Capabianca si reca in quel mercato, ogni settimana si ripete quel miracolo possibile solo qui in questa città da oltre 50 anni dove preti, insegnati che negli anni sono stati coinvolti, senza nomi e senza alcun rumore distribuiscono quanto di buono porta Capabianca per chi non può o peggio ancora è infermo in un letto da troppo tempo.

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Storie verosimili della città di Napoli n. 63: La storia di Capabianca e il mercato di via Soprammuro

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Foto di Salvatore Elefante

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