L’incredibile spettacolo di Napoli dalla vigna di San Martino e di don Pasquale, detto il Certosino

Vigna di San Martino, Napoli - PIedi per terra

Pochi napoletani conoscono quell’incantevole panorama che si ammira dalla poco conosciuta vigna di San Martino, lì fin dal 1300 , ancora oggi portata avanti come si faceva un tempo.

Fu don Pasquale nel raccontarmi, alcuni anni fa, le tante storie che qui si accompagnano.

Ricordo bene quando lo incontrai per la prima volta, alcuni anni fa, mentre era intento nel trasportare alcune cesta di uva, attraverso uno dei tanti cancelli nobiliari che si incontrano lungo Corso Vittorio Emanuele.

Un tipo davvero simpatico don Pasquale, il tipico napoletano tuttofare: a casa pieno zeppo di problemi ma sempre sorridente con tutti, moglie e figli compresi. Aveva sempre una buona parola con ognuno, non aveva nemici, nella sua vita aveva fatto di tutto, da alcuni anni – quando poteva – andava in quella vigna da volontario per aiutare i tanti giovani che ancora oggi, con tenacia ed amore, portano avanti quel raccolto fatto di buon vino e olio profumato.

Don Pasquale aveva uno strano soprannome, che è quel modo di chiamare le persone che caratterizza tutti noi qui al sud, e che anche a lui non era stato affibbiato per caso, per tutti era “il Certosino”. E come soprannominarlo diversamente visto che nel suo lavoro era così particolarmente meticoloso, riponeva ogni cosa al suo posto, lustrava ogni cesta dopo l’utilizzo per poi lasciare per ultimo, a fine giornata, l’immensa vigna di San Martino?

Lui conosceva tutto di quella Vigna, a partire dalle origini, quando alcuni Certosini, nel 1337, iniziarono la lavorazione di un primo piccolo lotto di terreno nel quale produssero quel buon vino, che in breve tempo sarebbe diventato famoso ovunque. Il successo fu così grande che, nel tempo, i frati acquistarono ogni terreno intorno al loro monastero, oggi museo di rilevanza mondiale conosciuto da tutti come Certosa di San Martino.

Tra le tante storie che don Pasquale raccontava con piacere, vi è quella dei coniugi Pascotto, veneziani di origine ma trapiantati a Napoli per motivi di lavoro. Ogni pomeriggio i due coniugi salivano fin su al vigneto per ammirare quello spettacolo unico, uno degli scorci più emozionanti che la città di Napoli possa offrire.

Un giorno lo incontrai con alcuni ragazzi intenti nel pestare l’uva con i loro piccoli piedini. Erano lì sorridenti, festosi, una battuta ad ogni movimento. Osservai a lungo tutti quei pargoli e lo feci con estrema attenzione, li riconobbi subito: erano le piccole anime del vicino Santobono Pausilipon, ragazzi incolpevoli che ogni giorno lottavano per la vita.

E, come sempre, don Pasquale sapeva regalare a quei piccoli momenti di estrema felicità.

Don Pasquale ci ha lasciati alcuni anni fa, ma come spesso accade nella nostra città, dove tutto si evolve e nulla si ferma, grazie ai tanti don Pasquale oggi quella vigna è sede di “Piedi per la terra”, azienda senza scopo di lucro, che da oltre 15 anni continua quell’antica tradizione inizia dai Certosini oltre 700 anni fa.

E’ la magia di questa città, proprio lì dove tutto sembra immutato e dove il tempo sembra essersi fermato tanti giovani organizzano visite, incontri, si occupano di educazione ambientale e producono ancora quel buon vino, esattamente così come i Certosini hanno tramandato e così come don Pasquale mi raccontava nelle sue storie.

Ancora oggi, con i loro quattromila litri di vino prodotti ogni anno, rappresentano una delle testimonianze più belle di una Napoli in cui tutto resta, si evolve e si tramanda.

Quando ci si ferma alla vigna di San Martino, e si osserva quella vista mozzafiato sul mare e sul Vesuvio, si sente ancora quel profumo unico che ha reso Napoli famosa in tutto il mondo, si avverte quella tranquillità che trasmette la gioia che si può osservare in tutti i bambini che qui si recano. E, spesso, mi par di risentire la voce del Certosino che mi racconta di storie e persone.

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Storie verosimili della città di Napoli n. 67: L’incredibile spettacolo di Napoli dalla vigna di San Martino e di don Pasquale, detto il Certosino.
Foto di Amalia Balsamo

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